La chiesa di S. Agrippino a Napoli, che risale al V secolo ma che fu poi rimaneggiata sia nel XIII che nel XVIII secolo, conserva al suo interno magnifici battenti del Quattrocento in legno di noce. Leggendone le figure intagliate si fa una sorta di viaggio nella storia religiosa e civile della città.
In alto ci sono gli stemmi della Casa d'Aragona e della Contea di Barcellona. Napoli nel Quattrocento, infatti, si trovò ad essere la capitale di un esteso territorio che comprendeva non solo le Due Sicilie, ma anche la Catalogna, le Baleari e altro ancora, compresa la città di Barcellona.
Nei riquadri sottostanti troviamo San Gennaro (a sinistra, raffigurato senza barba perché martirizzato ancor giovane) e Sant'Agrippino (convertitosi in età avanzata e dunque rappresentato con la barba). Fu proprio nel luogo in cui sorgeva la casa di quest'ultimo, nella zona di Forcella, che fu edificata questa chiesa.
Nei tondi alle estremità ci sono (andando da sinistra a destra) le effigi di:
- Sant'Agnello, che era un monaco basiliano napoletano del VI secolo (ed infatti la chiesa e l'annesso convento costituivano un monastero basiliano).
- Sant'Aspreno, primo vescovo di Napoli ordinato da San Pietro in persona, grazie all'opera di Santa Candida: due tra i primissimi santi napoletani.
- San Severo, vescovo di Napoli del V secolo, le cui spoglie riposano nella non distante chiesa di San Giorgio Maggiore. Fu lui a realizzare quello che è il più antico battistero della cristianità in Occidente, tuttora conservato nel Duomo di Napoli. Alla sua figura sono legate anche le Catacombe di San Severo, nella zona di Capodimonte.
- Sant'Efebo (a Napoli chiamato soprattutto Eframo), anch'egli vescovo della città tra il III e il IV secolo. Insieme agli altri santi rappresentati, anche Eframo è compatrono di Napoli con San Gennaro. Complessivamente i santi e le sante patrone di Napoli sono 52: record mondiale.
Nei riquadri centrali c'è lo stemma dell'antico Seggio (o Sedile) di Forcella, uno dei consigli amministrativi in cui era suddivisa la città, quello che fece ricostruire la chiesa nel Duecento. Il rione di Forcella è così chiamato per la caratteristica conformazione ad Y delle due principali strade, ma questo era anche il simbolo della Scuola Pitagorica, fondata a Crotone nel VI sec. a. C., che qui vi aveva una sede. Lo stesso seggio di Forcella, del resto, si riuniva nella chiesa di Sant'Agrippino, ed ancora se ne legge il motto "ad bene agendum nati sumus": siamo nati per fare il bene.
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