16/02/20

La Nunziatura Apostolica


Il 16 febbraio 1818 fu firmato il Concordato tra la Chiesa e il Regno delle Due Sicilie; per la sua applicazione fu costituita l'Alta Commissione mista esecutrice del Concordato.

Essa aveva sede a Napoli nel Palazzo della Nunziatura Apostolica: in pratica l'ambasciata dello Stato Pontificio presso il Regno delle Due Sicilie. Quel palazzo, sito in via Toledo nei pressi di piazza Carità, esiste ancor oggi.

Come ricorda l’epigrafe che ne sormonta il portale, fu edificato nel 1585, per volere di Papa Sisto V, da Giulio Rossinio, Arcivescovo di Amalfi e Nunzio Apostolico, che acquistò e ingrandì un precedente edificio.

Si tratta di un luogo della memoria: oltre che per la sua importanza storica, anche per il destino che ebbe dopo l’invasione del nostro Regno, che ne fa un simbolo della spoliazione di Napoli capitale.

L’ultimo nunzio apostolico, infatti, fu il vescovo Pietro Giannelli che, nel settembre del 1860, alla vigilia dell’ingresso di Garibaldi a Napoli, volle seguire Francesco II, a cui era affezionato e di cui apprezzava la nobiltà d'animo, nel suo viaggio verso Gaeta. Gli restò vicino per tutta la durata dell'assedio e, poi, durante l'esilio a Roma.
Da allora il palazzo ebbe una vita travagliata. Diventò dapprima un albergo, poi un cinema (Sala Roma), poi ancora una banca, ed oggi è un negozio di abbigliamento dal nome che risuona beffardo.

Se vi entrate, alzate subito lo sguardo: nell’atrio, a sinistra, è conservata l’epigrafe in onore di Papa Alessandro VII che, nel 1667, promosse il recupero dell’edificio la cui statica era del tutto compromessa. A destra c'è lo stemma della Nunziatura Apostolica nel Regno delle Due Sicilie.

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