Il 26 febbraio 1154 morì Ruggero II d’Altavilla (Ruggero il Normanno), primo Re di Sicilia e fondatore (1130) del nostro Paese, collocato nella parte meridionale della penisola italica.
Furono i Savoia (specificamente Umberto I) a volere, nell’800, le statue sulla facciata di Palazzo Reale a Napoli, prima fra tutte quella di Ruggero. Un tentativo maldestro di legittimare la loro usurpazione, ponendo Vittorio Emanuele II al termine della sequenza cronologica dei rappresentanti di dinastie succedutesi sul trono di Sicilia e di Napoli.
Ma nella loro grossolana ignoranza commisero almeno due errori. Il primo, evidente, fu che Vittorio Emanuele era stato solamente Re d’Italia, senza mai avere il titolo di Re di Sicilia o Re di Napoli o Re delle Due Sicilie, come gli altri sovrani rappresentati. Quindi in quella sequenza storica il Savoia restava e resterà sempre come sul pentagramma una nota discordante, fuori posto e fastidiosa a conclusione di un'armonia.
Il secondo scivolone è nascosto proprio nella statua di Ruggero il Normanno. Si tratta di un dettaglio importante che lo scultore, Emilio Franceschi (1888), correttamente riprodusse.
Ruggero è scolpito con lo scettro nella mano sinistra e la spada nella destra. Sulla lama campeggia questa scritta:
APPVLVS ET CALABER SICVLVS
MIHI SERVIT ET APHER.
Che oggi suonerebbe così: il pugliese, il calabrese, il siciliano e l'africano mi è suddito.
Fu Ruggero stesso a voler far incidere sulla sua spada quel motto. Egli, nato in Calabria, era figlio del normanno Ruggero I d'Altavilla e della franco-piemontese Adelasia del Vasto: discendente da genitori del Nord, era uomo profondamente del Sud, principe meridiano che nei suoi disegni non guardava affatto alle terre del settentrione, ma si volgeva al Mediterraneo: sponda meridionale e orientale.
Quel Regno d’Africa di cui fu sovrano (Tunisia e Tripolitania), e che unì alla Sicilia, narra l’antica vocazione della nostra terra a essere interlocutrice dei popoli mediterranei, filo che intesse relazioni solari più che unità norditaliche e nordeuropee. Oggi, certamente al di fuori di una logica espansionistica violenta, possiamo riscoprire il carattere di riva mediterranea non solo in senso geografico, ma anche idealmente: come radice di una comunità che guarda con assonanza a Sud e non a Nord.
Terra mediterranea, unità mediterranea: il sogno di Ruggero.
I Savoia - nella loro sprovvedutezza – allorché collocarono su Palazzo Reale il simulacro, non compresero che stavano affiggendo la sentenza di condanna della loro forzatura violenta dell'anima duosiciliana.
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