Nella Cappella Palatina del Maschio Angioino, sulla destra della navata, la seconda lastra sepolcrale a pavimento è particolarmente interessante.
Ci fa scoprire che un sottile filo ha collegato Napoli con un’antica città della Bitinia, quella parte settentrionale dell’Asia Minore (oggi Turchia) affacciata sul Bosforo, che aveva dato i natali alla madre dell’imperatore Costantino, colui che concesse ai cristiani libertà di culto. Elena, venerata come santa sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa, era infatti nata a Drepana, città che Costantino in suo onore ribattezzò Elenopoli (Helenopolis).
Elenopoli fu sia sede del Patriarcato di Costantinopoli che Diocesi cattolica. Soppressa come sede costantinopolitana, è rimasta come sede titolare cattolica. “Titolare” significa che il vescovo non ha concretamente giurisdizione su quel territorio, in quanto tale diocesi ha cessato di esistere, ma ne porta solo il titolo, mentre quando avviene il contrario (le diocesi che normalmente conosciamo) la sede si chiama “residente”.
Ebbene, agli inizi dell’800, il curato della Cappella Palatina fu anche vescovo titolare di Elenopoli, cioè portava il titolo di quella storica sede vescovile. E non era un vescovo qualsiasi: era, infatti, il confessore di Re Francesco I di Borbone, quando era Principe ereditario, così come di Maria Clementina d’Austria, la sua prima moglie, alla morte della quale Francesco I sposò Maria Isabella Infanta di Spagna, futura madre di Re Ferdinando II. Tale ministero spirituale esercitò anche con Elisabetta Borbone.
Si tratta di Mons. Filippo Scarola sulla cui lapide, oltre alle precedenti notizie e alcune informazioni sulla sepoltura, è detto anche –quasi in un rompicapo- che visse anni LXVI, mesi I e giorni X e che morì il giorno dopo le idi di febbraio (POSTRIDIE ID. FEBBR.) del MIↃCCCIII, mentre la data di nascita non è riportata. Si può, dunque, calcolare che egli morì il 14 febbraio del 1803 e nacque il 4 gennaio 1737.
Il portale della Cappella Palatina |
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