Uno dei tanti modi pratici per farsi un’idea di che cosa fossero Napoli e il Regno delle Due Sicilie prima della colonizzazione del 1860, è passeggiare nel Giardino Storico di Santa Maria della Fede, incastonato nel denso quartiere San Lorenzo e recentemente riaperto al pubblico dopo un lavoro di recupero.
Tomba di Oscar Meuricoffre. |
Ad esempio il sarcofago del banchiere svizzero Oscar Meuricoffre (opera di Francesco Jerace) o i monumenti funebri dei conterranei imprenditori Vonwiller (ugualmente di Jerace) e Freitag. La comunità .svizzera era una delle più consistenti del Regno e i suoi componenti vi giungevano e facevano grandi affari e contribuivano allo sviluppo del Paese. Ma la città eccelleva anche per la cultura. Qui trovarono sepoltura, tra gli altri, il pittore olandese Antonie Sminck van Pitlo fondatore della “Scuola di Posillipo”, la scienziata scozzese Mary Somerville, grande matematica e astronoma il cui monumento funerario fu realizzato sempre da Jerace, la scrittrice inglese Elizabeth Craven.
Tomba di Mary Somerville. |
Tomba di David Vonwiller. |
Con la colonizzazione fu distrutto il tessuto economico, iniziò l’emigrazione, l’Italia fece di tutto per cancellare la centralità culturale di Napoli e abbandonarne i monumenti. Anche in questo giardino i marmi superstiti attendono il restauro.
Napoli e tutto l'ex Regno delle Due Sicilie, ricche di storia, cultura e spiritualità, devono crescere nell'autostima e nella capacità di resistere alla colonizzazione territoriale e mentale operanti da troppo tempo: così il giardino ritrovato saremo noi.
Per la posa della prima pietra della chiesa si veda: Diario di Clotilde Capece Minutolo, Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Majella, ms. SC 5.1.7-8, vol. II, p. 43.
L'immagine della tomba dei Craven è tratta da: The Beautiful Lady Craven. The Original Memoirs of Elizabeth Baroness Craven (...), John Lane the Bodley Head, London 1913, f.t. dopo p. cxxxvi.
CHE COSE INTERESSANTI. LA PROSSIMA VOLTA CHE VENGO A NAPOLI VORREI VISITARE QUESTO GIARDINO DI CUI IGNORAVO L'ESISTENZA. gRAZIE aNTONIO
RispondiEliminaGrazie a te, Salvatore.
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