28/03/18

La lezione di Maria

La chiesa di Donnaregina Vecchia
Nell’anno 2017 è ricorso il 760° anniversario della nascita di Maria d’Ungheria (1257 – 1323), la regina di Napoli consorte di Carlo II d’Angiò, detto Carlo lo Zoppo, madre di Re Roberto d’Angiò, detto Roberto il Saggio. Fu madre anche di Carlo Martello, che divenne re d’Ungheria, e di san Ludovico vescovo di Tolosa, il quale rinunciò al trono di Napoli, in favore del fratello Roberto, per entrare nell’ordine francescano. Di figli ne ebbe ben quattordici.

Il sepolcro di Maria
Maria è una figura poco nota rispetto a tanti altri personaggi della storia del nostro Regno, nonostante abbia vissuto in un periodo importante, nel corso del quale si ricercava un consolidamento delle relazioni internazionali, non ultimo attraverso la pratica dei matrimoni di Stato, come era costume dell’epoca e come lei stessa sperimentò, essendo figlia del re d’Ungheria Stefano V.
La sua azione politica diretta nel governo del Regno fu piuttosto limitata, anche perché nel corso dei numerosi viaggi di Carlo II lontano dalla capitale, spesso lo accompagnava, e all’epoca andare all’estero significava assentarsi per mesi e talvolta per anni.
Un dettaglio del sepolcro:
da sinistra i figli Carlo Martello,
Ludovico e Roberto
Maria risalta, piuttosto, come figura di una donna che seppe spendersi per la città che l’aveva accolta, alla quale essa non apparteneva per nascita ma per gli intricati percorsi della vita, che ciascun essere umano ben conosce.
E quando si dice “spendersi”, s’intende non solo per la serietà del suo servizio di Regina, ma anche –e forse soprattutto- perché attinse senza riserve al suo personale patrimonio per le necessità del Regno, ad esempio finanziando fondazioni religiose o arrivando ad impegnare i suoi gioielli per offrire garanzia di credito al marito Carlo presso mercanti lucchesi.
La sua opera più insigne fu la trecentesca chiesa di Santa Maria di Donnaregina Vecchia, ancor oggi visitabile, dove si trova il suo sepolcro, capolavoro di Tino da Camaino.
Maria fu sostanzialmente questo: poco protagonismo e molti fatti, mettendoci del proprio.
In un’epoca –la nostra- in cui è forte la tentazione a voler primeggiare stando attenti a non compromettere il proprio interesse, di qualsiasi natura e non solo economica, la lezione di Maria non è certo poco.

       
         L'abside della chiesa
Uno scorcio del ciclo di affreschi nel coro delle monache

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