Nella Certosa di San Martino a Napoli è allestita, fino al 2 dicembre 2018, la prima mostra interamente dedicata ad Alphonse Bernoud (1820-1889), fotografo francese autentico pioniere di questa nuova arte.
Bernoud appartenne a quella schiera di fotografi di vari paesi, che vennero a Napoli e ne fecero una delle capitali della fotografia nell’Ottocento: tra i nomi più noti ricordiamo, insieme a lui, Giorgio Sommer, Robert e Julius Rive e Giorgio Conrad.
Il suo interesse spaziò dal ritratto, alla foto di eventi, vedute, usi e costumi, con un particolare interesse per la foto come documento per l’informazione: un antesignano del nostro giornalismo fotografico.
A Napoli Bernoud organizzò uno studio fotografico nella Villa Reale (oggi chiamata Villa Comunale) e brevettò la “carta da visita gemella”, in pratica il ritratto di un persona in due pose differenti (nn. 22 e 23).
Nella mostra sono esposti anche apparecchi fotografici dell’epoca, tra cui una delle camere utilizzate da Bernoud.
Per chi ama la nostra storia è di grande interesse vedere i ritratti di Fedinando II, Francesco II, Maria Sofia. Da segnalare, in particolare, quello di Maria Teresa d’Asburgo che regge l’immagine fotografica del defunto Ferdinando II: una rara foto nella foto (n. 4).
Non mancano le vedute di Napoli e di eventi coevi.
Non mancano le vedute di Napoli e di eventi coevi.
Dopo essere stato fotografo di corte nel Regno delle Due Sicilie, a partire da quel tragico 1860 Bernoud si volge a sostenere la propaganda risorgimentalista, trasferendo il suo atelier in via Toledo 256 (Palazzo Berio), in una sede più funzionale rispetto al successo che andava riscuotendo. Per noi duosiciliani questa svolta è comprensibile solo con la logica dell'affarismo senza scrupoli. Ma, del resto, Bernoud era francese e il suo Paese aveva interesse a far sparire l'indipendente Regno delle Due Sicilie dalla geografia politica e a sostenere gli usurpatori savoiardi.
In questo periodo fotografa alcuni protagonisti dell'invasione, come i criminali Cialdini e La Marmora (nn. 19 e 23).
Ma gli scatti più emozionanti di Bernoud sono, invece, proprio quelli che documentano la resistenza duosiciliana: le foto originali dei cosiddetti briganti e, in particolare, quelle del corpo esanime di Ninco Nanco.
Insomma una mostra da visitare, soffermandosi a ricordare e riflettere. Pezzi della nostra storia.
Ciao Antonio puoi dirmi dove poter acquistare il libro fotografico di Bernoud?
RispondiEliminaCiao Salvatore, per il catalogo della mostra puoi vedere qui: https://artem.org/editoria/alphonse-bernoud-pioniere-della-fotografia/
EliminaÈ acquistabile anche attraverso le librerie on line.