12/06/24

I piccoli Camaldoli


Nella zona compresa tra la collina dei Camaldoli (che si chiamava Monte Prospetto) e via Pigna, anticamente c’era una masseria detta d’Antignano grazie alla quale, nel XVII secolo, fu resa possibile la permanenza degli eremiti camaldolesi a Napoli.

Infatti il grande eremo sulla sommità della collina, edificato nel 1585, presentava un problema causato dal Lago di Agnano, specchio d’acqua nella zona occidentale della città - i Campi Flegrei - sulla quale prospettava la collina. Il lago era considerato un focolaio di malaria e, inoltre, quando d’estate le sue acque venivano utilizzate per macerare la canapa e il lino, le esalazioni salivano fino all’eremo.

Consalvo Carelli - Veduta dall'eremo (1842).
Si noti sulla sinistra il Lago di Agnano.

La comunità camaldolese era colpita diffusamente dal morbo tanto che, nel Capitolo generale del 1667, fu presa una decisione per evitare di chiudere l’eremo: in estate gli eremiti si sarebbero trasferiti in quelli di Torre del Greco e di Vico Equense, di cui oggi restano alcune parti soprattutto di quello torrese.

Anni dopo, precisamente nell’ottobre del 1682, Papa Innocenzo XI approvava il Decreto della Sacra Congregazione dei Vescovi e Regolari circa l’apertura di un ricovero per i camaldolesi infermi di tutta la Nazione Napoletana - così era chiamata la locale provincia eremitica - che rimetteva all’Arcivescovo della città, il Cardinale Innico Caracciolo, la decisione in merito. Il Capitolo Generale del 1694 e la Dieta del 1695 stabilirono, infine, che il Superiore di Antignano dipendesse dal Priore dell’eremo napoletano del SS. Salvatore, del quale il sito faceva parte.

Ma con Decreto del 26 giugno 1699 la Sacra Congregazione dei VV. e RR. soppresse quella infermeria e ne destinò i locali all’uso degli eremiti del SS. Salvatore nei quattro mesi più caldi, dal giorno di Pentecoste fino ad ottobre, invece di trasferirsi a Torre del Greco e Vico Equense.
Il luogo sarebbe stato poi chiamato Camaldolilli, i piccoli Camaldoli: sulla mappa del Duca di Noja (1775) si può facilmente individuare la posizione.

Il 13 maggio 1771 Papa Clemente XIV creava, con il breve "Ea est", un'indipendente Congregazione Camaldolese Napoletana con i sei eremi campani, che ebbe vita temporanea prima di essere nuovamente annessa alla Congregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona. Intanto nelll'Ottocento sopraggiunsero due soppressioni.
Fu il dominio francese di Gioacchino Murat che espropriò per primo i possedimenti ai Camaldolesi, creando il titolo di Conte dei Camaldoli a beneficio di privati, che fecero della piccola chiesa dei Camaldolilli la propria cappella sepolcrale.
Ferdinando di Borbone, tornato finalmente indipendente il Regno delle Due Sicilie, restituì l’eremo del SS. Salvatore ai Camaldolesi ma, dopo l’invasione del 1860, gli eremiti furono dispersi ed esso incamerato – come tutti i beni ecclesiastici – dal nascente Regno d’Italia.

S. Maria Addolorata ai Camaldolilli.

Il Cardinale Guglielmo Sanfelice d'Acquavella, Arcivescovo di Napoli, ne ottenne la restituzione dal demanio nel 1885, anche grazie alla cooperazione del benefattore Beniamino Vivenzio, che era stato ufficiale medico al tempo di Francesco II. Il figlio, Gioacchino Vivenzio, sacerdote e vicerettore del Seminario, aiutò nel raggiungimento dell' obiettivo. Dopo di lui i fratelli Vincenzo Vivenzio, medico, e Leonardo Vivenzio, avvocato, analogamente furono protagonisti nel 1895 del recupero dell'eremo di Visciano (nei pressi di Nola), che aveva subito la stessa sorte.
Dopo il recupero dell'eremo del SS. Salvatore di Napoli, con Decreto del 31 maggio 1886 della Sacra Congregazione dei VV. e RR., approvato da Papa Leone XIII, vennero riunificate in perpetuo le due congregazioni camaldolesi: qualla di Monte Corona e la Napoletana.

Anche la piccola chiesa dei Camaldolilli, con il fabbricato annesso, soffrì le dure conseguenze della soppressione degli ordini religiosi a seguito dell’occupazione del Regno da parte dei francesi, ma il complesso non fu più recuperato dai Camaldolesi. Oggi esso sopravvive, seppur oggetto di notevoli rimaneggiamenti, come chiesa di Santa Maria Addolorata ai Camaldolilli.

Panorama verso Agnano dall'eremo dei Camaldoli.
Il lago prosciugato era dietro l'attuale ippodromo.

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